Dal primo numero del 1927, in cui a prevalere sono i servizi dall'estero mentre soltanto due sono le cronache italiane - riguardanti visite e inaugurazioni del re -, si passa agli ultimi numeri muti del 1932 in cui le attualitą dall'Italia fascista superano le "recentissime" dall'estero. Cartelli e didascalie esplicative introducono e accompagnano i servizi e le immagini di questa "primitiva" serie di cinegiornali Luce appartenente a un'epoca del muto ormai al tramonto, e al primo "round" di vita e attivitą dell'Istituto Nazionale Luce presieduto da Filippo Cremonesi prima e da Alessandro Sardi poi. Diffuse settimanalmente e obbligatoriamente in tutte le sale cinematografiche della penisola, le varie edizioni "silenziose" del giornale Luce di questo quinquennio si compongono, non solo, di brevi cine-articoli intitolati all'attualitą politico-sociale di un'Italia fascista che ancora indossa abiti borghesi e cappelli a cilindro, ma anche di note "leggere" di moda, costume, curiositą e sport provenienti soprattutto dall'estero, in particolare, dagli USA. L'Istituto per arricchire il suo notiziario scambiava, infatti, attualitą con le principali case cinematografiche internazionali. Fin dagli inizi uscirono saltuariamente numeri unici, monografici, dedicati ad eventi di rilevanza nazionale ed internazionale